Welfare culturale questo sconosciuto
Quando parliamo di welfare culturale abbiamo chiara l’idea di cosa stiamo parlando o è un termine pressoché sconosciuto? Se pensiamo al concetto di persona “acculturata” quello che ci viene subito in mente è una persona eclettica che legge, va a teatro, nei cinema più ricercati, al museo, all’opera e ai concerti di musica classica. Insomma una persona che ha un apprezzamento dell’arte raffinato. In realtà questo stereotipo ha già subito un ampliamento. L’acculturato è anche conoscitore del mondo e delle sue lingue, capisce la politica internazionale e abbastanza bene anche la storia del mondo.
Tuttavia l’accostamento delle parole welfare e cultura non è così immediato da comprendere.
Cos’è il welfare?
Noi Italiani amiamo tanto gli inglesismi, ma per nostra fortuna possiamo tradurre il termine welfare con “benessere”. Questo concetto però è prevalentemente legato alla dimensione fisica ed economica. Ci preoccupiamo della salute del corpo e della mente e del benessere materiale, ossia della disponibilità di denaro e di beni. Di benessere culturale, nemmeno l’ombra… del resto qualcuno ha detto che con la cultura non si mangia: prima di tutto il binomio corpo-portafoglio, poi, forse, il resto.
Tuttavia, questi due anni di pandemia ci hanno mostrato come la cultura, l’arte e la musica siano fondamentali per il benessere dell’individuo.
Ma il welfare culturale a cosa serve?
Scopo del welfare culturale è quello di migliorare la qualità della vita percepita abbattendo i costi del welfare e finanziando gli interventi culturali con un netto aumento dei risparmi. Andare a teatro, a vedere una mostra, partecipare ad una conferenza o alla presentazione di un libro porta benefici per il benessere psicologico. Queste attività migliorano l’umore, abbassano lo stress, la frenesia e l’ansia che sono di casa per ciascuno di noi. Quindi con il termine welfare culturale possiamo racchiudere tutti quegli eventi, manifestazioni culturali, fiere e concerti che hanno di sfondo un progetto pensato e volto a migliorare il benessere della comunità. E non solo. Credo che possiamo aggiungere tutte quelle attività che mirano ad accrescere la formazione e la cultura di ogni individuo, permettendogli di vedere il mondo da un prospettiva differente, con curiosità, creatività e nuove risorse.
In Italia esiste il welfare culturale?
L’Italia è un paese con un patrimonio culturale e artistico inestimabile e ciò dovrebbe portare a valorizzare il welfare culturale più di quanto invece non venga fatto. Questo concetto nel nostro paese è ancora poco diffuso, soprattutto fra i giovani. Del resto sono convinta che noi Italiani non abbiamo ancora ben compreso, nonostante la nostra storia e ciò che ogni giorno abbiamo sotto i nostri occhi, il valore inestimabile e tanto invidiato del nostro patrimonio artistico-culturale.
Per noi operatori culturali la strada è ancora lunga ma, sarò troppo ottimista, credo che qualcosa si stia muovendo sul serio. Noi nel nostro microcosmo ci stiamo impegnando per fare in modo che la nostra bella Biblioteca si trasformi (cfr. https://sistemabibliotecariotortonese.it/la-biblioteca-e-il-sistema-del-benessere/): certamente continueremo a garantire accesso all’informazione e alla conoscenza, ma vogliamo anche crescere come casa delle opportunità, opportunità di cultura, relazioni e benessere.
… to be continued!
Nina