Sabato 11 novembre è stata inaugurata la mostra Sinergie d’Arte – Narrazioni materiche. Di seguito le impressioni delle protagoniste!
Manuela Serra
“Buonasera a tutti!
Le mie ultime creazioni esposte nella mostra sono fatte di calcografia, cioè incisioni con tecnica diretta o indiretta, oppure con la manipolazione della materia, per cui l’utilizzo della scultura attraverso l’argilla.
E perché ho deciso di passare dal disegno con l’acquerello a una materia così corposa?
Ho capito che è stata la mia maturazione come artista: mi ha portato a provare più soddisfazione nel creare le forme, cioè nel sentire la materia che prende forma.”
Sonia Delponte
“La cosa più interessante di un’opera secondo me è quella che ognuno può vedere e interpretare. Ovviamente ogni artista, come me, cerca di trasmettere un messaggio. Nei miei lavori tendo sempre a lasciare una traccia di nostalgia anche grazie alle tonalità di colori che utilizzo. Queste tinte a me ricordano quello che è stato, qualcosa di consumato e qualcosa che sto ricreando, che vorrei portare avanti. Il mio messaggio è quello di cercare di mantenere vivo il ricordo del nostro passato e del nostro territorio. “
Veronica Cavalloni
“Osservando le opere delle due artiste, l’aspetto che mi è parso importante evidenziare, per immergersi nella visione della mostra, è il carattere opposto all’approccio classico. In Manuela la materia, lavorata dall’artista per l’opera. In Sonia il passaggio sembra contrario, la realtà regala forme che l’artista assembla per creare un’opera che è il risultato di un suggerimento formale dato dalla materia. Nel caso di Sonia, il percorso plastico permette una ricostruzione dell’oggetto, che in realtà ha perso il suo senso di utilità e lo riacquista in forma artistica, in un insieme, in un’opera più grande. Nelle opere di Manuela Serra, l’oggetto ovvero la materia inizialmente non ha ancora una forma, un senso, e l’artista lavora per farlo emergere, grazie alla propria visione della realtà, ad un impulso espressivo e alla ricerca stilistica.
Attraverso le loro creazioni abbiamo la possibilità di soffermarci sulla diversa e articolata natura del processo creativo. Spesso le esigenze inconsce conducono l’artista verso la scelta di un materiale rispetto ad un altro, favorendo così l’espressione profonda attraverso una gestualità che suggerisce ricordi, pensieri, doni, aspettative e ideali. Nelle creazioni di Sonia Delponte l’oggetto ritorna a far parte col tutto, è inizialmente qualcosa di singolo che poi viene collocato in un’opera dal senso collettivo. Per Manuela Serra l’oggetto è estrapolato dalla
visione collettiva di un insieme e riproposto come elemento singolo, che assume un significato simbolico nella sua unicità.”
L’opera preferita di Sonia Delponte
Rufy: “Qual è la sua opera preferita? E perché?”
“Tra quelle che ho esposto, la mia preferita è l’ultima che ho fatto, in cui ho voluto portare un tema di attualità: la guerra.
Ho creato il quadro con questa tonalità di acquerello che rispetta una situazione di guerra e in questo caso un bambino che cerca di rifugiarsi con il suono, di far finta che la situazione non ci sia. L’ho abbinato inoltre al materico per fare un accostamento alla situazione tragica. Il legno bruciato ha lo scopo di rappresentare un elemento consumato e io l’ho usato per creare un rapporto tra la situazione tragica e i sentimenti del bambino.
L’opera preferita di Manuela Serra
Rufy: “Qual è la sua opera preferita? E perché?”
“Tra le opere esposte, la mia preferita, anzi, le mie preferite sono due: INTERRUZIONE DI PASSAGGIO e VOLO.
La prima è un’opera forte e anche massiccia nel suo essere composta da materiali pesanti. E’ tutta argilla piena e legno compensato. Ed è un’opera anche pesante, forte per il significato che porta. E’ appunto un’interruzione di passaggio che comunque richiama dentro un storia in cui qualche imprevisto è successo e qualcosa in qualche modo si è rotta. Si è inceppato un meccanismo e dalla rottura (presente nella scultura) dobbiamo ricominciare, per ricomporre, per ritrovare un equilibrio che si è spezzato.”
“La seconda opera “VOLO” a cui sono molto legata, l’ho dedicata al 25 Novembre (Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne). “VOLO” richiama la leggerezza, la necessità di andare oltre e di superare con la leggerezza un’altalena. Un’altalena che è vero che è ancora ancorata ma è in procinto di volare, si lascerà andare e supererà l’ostacolo.
L’opera preferita di Rufy
Anche Rufy ha un’opera preferita esposta in questa mostra. Si intitola “FUGA INTERIORE”. E’ un’opera toccante già dal primo impatto. Oltre al quadro dove viene rappresentata una ragazza malinconica, travolta delle sue emozioni, sono presenti tre elementi materici fondamentali, l’albero, l’altalena e la casetta, i quali hanno il compito di dare un significato più profondo all’opera.
L’albero spoglio secondo Rufy rappresenta le emozioni negative che una persona prova, emozioni che appunto spogliano l’anima rendendola prima di colore. L’altalena invece rappresenta uno strumento che se utilizzato, crea leggerezza all’anima, da pace interiore. La casetta infine rappresenta in senso figurato l’anima, che è la casa dove risiedono le nostre emozioni.