Considerazioni personali
Devo ammettere che “Natura morta” di Louise Penny è stata una lettura al di sotto delle mie aspettative, un giallo che scorre lentamente nonostante abbia una trama interessante e una bella ambientazione. Prossimamente recensirò anche gli altri libri della collana per scoprire meglio lo stile di Louise Penny.
Le frasi che mi sono piaciute di “Natura morta” di Louise Penny
“Per non perdere noi stessi, dobbiamo dare alle nostre vite un significato più alto.”
“Sopportare i cambiamenti è facile, se siamo noi ad averli provocati; ma con un cambiamento imposto dall’esterno rischiamo il collasso.”
“Chi ti ha ferito un tempo,
tanto da non guarire più,
tanto da accogliere ogni approccio
a bocca storta?”
“Quando sono stati piantati questi semi d’ira,
e su quale terreno
perché germogliassero così,
innaffiati da lacrime di rabbia, o dolore?”
La trama
L’ispettore Armand Gamache giunge sulla scena di una morte sospetta in un paesino a sud di Montréal, Three Pines. Jean Neal, una maestra in pensione che coltivava rose e dirigeva il gruppo parrocchiale femminile, è stata trovata accasciata in una delle foreste che circondano il villaggio. In molti usano arco e frecce per cacciare i cervi e non può che trattarsi di un incidente. Ma Gamache non si lascia ingannare. Dietro la bellezza e la serenità di Three Pines, si agita un che di sinistro. E quello di Jane Neal è stato un omicidio, ne è certo. Adesso non resta che indagare.
Prologo di “Natura morta” di Louise Penny
Uno.
Miss Jane Neal passò a miglior vita nelle prime ore di un mattino brumoso, la domenica che precedeva il Ringraziamento. La notizia lasciò tutti di sorpresa. Non fu una morte naturale, a meno che si creda in un destino già scritto. In tal caso, nei suoi settantasei anni di vita Jean Neal non avrebbe fatto che procedere verso l’ultimo istante, quando la morte l’aveva colta nei boschi lucenti di aceri al limitare del villaggio di Three Pines. Era caduta a terra con braccia e gambe divaricate, come se stesse facendo l’angelo tra le foglie accese e crepitanti. L’ispettore Armand Gamache della Sureté du Québec si mise in ginocchio. Dalle sue giunture partì una raffica di scricchiolii; le mani grandi ed espressive, sorvolarono il cerchiolino insanguinato che deturpava il vecchio cardigan della vittima, quasi volessero rimuovere magicamente la ferita e riportare in vita la donna. Ma non era possibile: Gamache non aveva quel dono. Ne aveva altri, per sua fortuna. L’odore delle palline di naftalina, l’eau de parfum di sua nonna, gli venne incontro a metà del movimento. Gli occhi miti e gentili di Jane lo fissavano quasi con stupore. Anche lui era sorpreso di vederla, ed era quello il suo piccolo segreto. Non che si fossero mai conosciuti, certo. Il segreto dell’ispettore capo Gamache era che a cinquantacinque anni suonati, all’apice di una lunga carriera il suo slancio pareva essersi esaurito, la morte violenta lo sorprendeva ancora. Il che era strano per un responsabile della Omicidi, e forse spiegava perché non avesse fatto più progressi nel cinico mondo della Sureté.
L’atrice
Louise Penny, vincitrice di numerosi premi internazionali, è autrice di best seller che hanno raggiunto il primo posto nelle classifiche del “New York Times”, “Usa Today” e “Globe and Mail”. I suoi romanzi con protagonista l’ispettore capo Armand Gamache sono tradotti in 31 lingue e in Italia sono usciti per Einaudi Stile Libero, che della serie ha già pubblicato: Case di vetro (2019), Il regno delle ombre (2020), Un uomo migliore (2020) e I diavoli sono qui (2021). Nel 2017 alla Penny è stato assegnato l’Odre national du Quèbec per i suoi contributi alla cultura canadese . Vive in un piccolo paese a sud di Montrèal.