Considerazioni personali su “L’anniversario” di Emmanuel Carrère

Con questo libro, L’anniversario, Emmanuel Carrère ci porta in un viaggio inquietante e profondo nell’abisso del complicato animo umano.
Con una trama coinvolgente ma allo stesso tempo disturbante, lo scrittore ci porta a interrogarci e riflettere sulla psicologia umana in generale, ma a mio avviso anche quella di chi sta leggendo il libro. Ho apprezzato molto anche il finale che mi ha ricordato quello di un classico della letteratura e cioè “Delitto e castigo” di Dostoevskij. È sicuramente un libro che consiglio, così come l’autore! Buona lettura!!

Le frasi che mi sono piaciute

“Non sempre si fa ciò che si vuole, ed è meglio capire e aiutare piuttosto che giudicare e condannare.”

L'avversario di Emmanuel Carrère - copertinaLa trama

Il 9 gennaio 1993 Jean-Claude Romand ha ucciso la moglie, i figli e i genitori, poi ha tentato di suicidarsi, ma invano. L’inchiesta ha rivelato che non era affatto un medico come sosteneva e cosa ancor più difficile da credere che non era nient’altro. Da diciott’anni mentiva e quella menzogna non nascondeva assolutamente nulla. Sul punto di essere scoperto, ha preferito sopprimere le persone di cui non sarebbe riuscito a sopportare lo sguardo. E’ stato condannato all’ergastolo.
“Sono entrato in contatto con lui e ho assistito al processo. Ho cercato di raccontare con precisione, giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e assenza. Di immaginare che cosa passasse per la testa di quell’uomo durante le lunghe ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di un’autostrada o nei boschi del Giura. Di capire infine, che cosa, in un’esperienza umana tanto estrema, mi abbia così profondamente turbato – e turbi, credo ciascuno di noi.”

Prologo de “L’anniversario” di Emmanuel Carrère

La mattina del sabato 9 gennaio 1993, mentre Jean-Claude Romand uccideva sua moglie e i suoi figli, io ero a una riunione all’asilo di Gabriel, il mio figlio maggiore, insieme a tutta la famiglia. Gabriel aveva cinque anni, la stessa età di Antoine Romand. Più tardi siamo andati a pranzo dai miei genitori e Romand dai suoi. Dopo mangiato ha ucciso anche loro. Ho trascorso da solo, nel mio studio, il pomeriggio del sabato e l’intera domenica, in genere dedicati alla vita familiare, perché stavo finendo un libro al quale lavoravo da un anno: la biografia dello scrittore di fantascienza Philip K. Dick. L’ultimo capitolo raccontava i giorni che lo scrittore aveva passato in coma prima di morire. Ho finito il martedì sera, e il mercoledì mattina ho letto il primo articolo di “Libération” sul caso Romand.
Il lunedì, poco dopo le quattro del mattino, Luc Ladmiral è stato svegliato da una telefonata di Cottin, il farmacista di Prévessin. La casa dei Romand, aveva preso fuoco, gli amici avrebbero fatto bene ad andare a recuperare i pochi mobili che potevano ancora essere salvati…

L’autore

Emmanuel Carrère è scrittore, regista e sceneggiatore francese.
Laureato all’Istituto di Studi Politici di Parigi, è figlio di Louis Carrère e della sovietologa e accademica Hélène Carrère d’Encausse, figlia di immigrati georgiani che fuggirono la Rivoluzione russa.
I suoi esordi sono stati nella critica cinematografica, per «Positif» e «Télérama». Il suo primo libro, Werner Herzog, un saggio, è stato pubblicato nel 1982.
Il suo esordio come romanziere risale invece al 1983: è L’amico del giaguaro, pubblicato da Flammarion. Il successivo Bravura (1984, in Italia pubblicato nel 1991 da Marcos y Marcos), invece, è stato pubblicato da POL, editore con il quale da allora non ha più interrotto i rapporti. Nel 1986 è uscito Baffi (da cui nove anni dopo lo stesso Carrère ha tratto l’omonimo film), nel 1988 Fuori tiro, nel 1995 La settimana bianca, nel 2000 L’avversario, nel 2002 Facciamo un gioco, nel 2007 La vita come un romanzo russo, nel 2009 Vite che non sono la mia e nel 2012 Limonov (con il quale vince il Prix Renaudot).
Buona lettura da Rufy!!