“Lascia che il mondo giri” di Colum McCann

“Lascia che il mondo giri” di Colum McCann è un romanzo toccante, coinvolgente e passionale, ma anche ironico e ingenuo se si considerano i fatti accaduti dopo il 1974, anno nel quale la storia è ambientata, in America e nel mondo.

Un funambolo, Philippe Petit, cammina sospeso sopra le strade di New York a quattrocento metri. La gente, sotto, lo guarda incantata e Philippe, senza esserne consapevole, incrocia i destini e le storie di tante persone diverse: mamme che hanno perso i loro figli nella guerra del Vietnam, prostitute, un prete in crisi vocazionale. Tutto sotto quei quattrocento metri che Philippe percorre.

Un bellissimo romanzo, che si legge facilmente e scorre via.

Colum McCann 1965 è uno scrittore Irlandese che vive da anni a New York e insegna scrittura creativa all’Hunter College.

Incipit"Lascia che il mondo giri" di Colum McCann - copertina a colori

Quelli che lo videro ammutolirono. Su Church Street. Liberty. Cortlandt. West Street. Fulton. Vesey. Un silenzio intento ad ascoltarsi, solenne e bellissimo. Alcuni in un primo momento pensarono ad un’illusione ottica, a un effetto atmosferico o a un calare dell’ombra. Altri lo presero per il classico scherzo metropolitano: si sta impalati con il naso per aria finché non si raduna un gruppetto di curiosi che sollevano la testa a loro volta, annuiscono, confermano, e alla fine si trovano a osservare il nulla assoluto, come in attesa della fine di una gag di Lenny Bruce. Ma più guardavano, più ne erano certi. Qualcuno stava in piedi lassù sul margine del palazzo, un’ombra scura contro il grigio del mattino. Forse un lavavetri. O un operaio edile. O qualcuno che voleva lanciarsi nel vuoto.

Lassù, a centodieci piani di altezza, assolutamente immobile, un’inezia scura si stagliava contro il cielo nuvoloso.

La si poteva vedere solo da certe prospettive, perciò qualcuno dovette fermarsi agli angoli delle strade, scovare un’apertura fra i palazzi, o sgusciare fuori dalle ombre per liberarsi di cornicioni, doccioni, parapetti, tettoie. Nessuno di loro aveva ancora notato la fune tesa ai suoi piedi tra una torre e l’altra.

 

 

Buona lettura da Pia