Considerazioni personali su “Il gigante sepolto”
“Il gigante sepolto” per me è stata una lettura molto rilassante, caratteristica data sia dal modo di scrivere, sia dall’ambientazione e sia dalla trama. Ho apprezzato il fatto che è un libro che affronta vari temi tra i quali: la capacità di amare e soprattutto sapersi perdonare. E’ una lettura che consiglio soprattutto per chi sta cercando un libro dalla trama appagante!
L trama
Il leggendario re Artù è ormai morto e la pace che ha imposto sulla futura Inghilterra resiste seppur fragile. Nella dimora buia di Axl e Beatrice, tuttavia, non c’è posto per nessuna pace. La coppia di anziani coniugi è afflitta da una sorta di inspiegabile amnesia. A causarla pare essere una strana nebbia che sta contagiando tutto il regno. Axl e Beatrice ricordano di aver avuto un figlio, ma non sanno più dove si trovi, né cosa gli abbia separati da lui. A dispetto della vecchiaia e dei pericoli devono mettersi in viaggio e scoprire l’origine della nebbia incantata, prima che il ricordo di ciò a cui più tengono sia perduto per sempre.
Un romanzo doloroso e bellissimo sulla memoria e la colpa. Una storia fantastica che ci indica una strada da seguire per il nostro presente; vivere in armonia con gli altri significa essere capaci di ricordare, ma anche di dimenticare e perdonare.
Prologo de “Il gigante sepolto”
Capitolo primo
A lungo avreste cercato il tratturo serpeggiante o il quieto prato per cui l’Inghilterra sarebbe nel tempo diventa celebre. Al loro posto, miglia di terra brulla e incolta; qua e là scabri sentieri lungo colli scoscesi o brughiere desolate. Le strade costruite dai romani, in larga parte in rovina o invase dalla vegetazione, spesso si perdevano nel nulla. Gelide nebbie pesavano sui fiumi e gli acquitrini, rendendo un ottimo servigio agli orchi che ancora popolavano la contrada. Gli abitanti della zona – c’era da domandarsi quale disperazione li avesse spinti a stanziarsi in luoghi tanto tetri – dovevano temere molto quelle creature il cui respiro ansante si faceva udire ben prima che le loro sagome emergessero dalla bruma. Ma simili mostri non avrebbero suscitato meraviglia. La gente li avrebbe annoverati tra i rischi quotidiani, e al tempo, erano così tante le cose di cui preoccuparsi. Come procacciarsi di che vivere da quella terra avara; come non restare senza legna da ardere; come fermare un morbo che poteva uccidere dieci maiali in un solo giorno e scatenare orrendi sfoghi verdi sul volto dei bambini.
In ogni caso, gli orchi non erano poi tanto malvagi, a patto che non li si andasse e stuzzicare. Occorreva rassegnarsi all’idea che di quando in quando, magari a seguito di un’oscura lite tra le file dei pari, una creatura potesse piombare su un villaggio in preda a una collera tremenda e, incurante di strepiti e turbinare d’armi, massacrare chiunque fosse troppo tardo per scansarsi. O che di quando in quando un orco si portasse via nella nebbia un neonato. Alla gente dell’epoca toccava prendere simili oltraggi con filosofia.
L’autore de “Il gigante sepolto”
Kazuo Ishiguro è nato a Nagasaki nel 1954 e si è trasferito con la famiglia in Inghilterra nel 1960. Nel 2017 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura. Cono Einuadi ha pubblicato: Quel che resta del giorno, Un pallido orizzonte di colline, Un artista del mondo fluttuante, Gli inconsolabili, Quando eravamo orfani, Non lasciarmi, Notturni.