Considerazioni personali su “Hogmanay – L’alba degli dèi”
“HOGMANAY – L’alba degli dèiQuesta settimana vi propongo ancora un libro presentato al Festival letterario “Libri dal Vivo” da Luca Lume.
Un libro di fantascienza caratterizzato da una vicenda appassionante e piena di colpi di scena! A mio parere un libro ben scritto da Luca Lume che può essere letto anche da giovani adulti!
Le frasi che mi sono piaciute
“La trasformazione è vita e quello che si ottiene nel condividere il proprio tempo con le persone, porta sempre qualcosa in più di quello che si è dato.”
“Ragionai sul fatto che il tempo in sé non porta via i dolori, ma che lo faccia il mettere sempre più cose dove prima c’era quel dolore.”
“Andiamo oltre gli ostacoli della vita perché i pezzettini che ci compongono si accatastano sempre più su di noi e ogni giorno siamo una persona un pochino diversa rispetto al giorno precedente”
“E poi, a noi serve sempre qualcosa che non conosciamo, per poter sognare e andare avanti..”
La trama di “Hogmanay – L’alba degli dèi”
Un professore morto in circostanze misteriose. Un anno, il 2051, scomparso totalmente dai libri di Storia e un Amore, Laura. All’indomani della sintesi della proteina che cancella la data di scadenza dell’etichetta degli essere umani, il venir meno di una fine prestabilita trasforma completamente il significato della vita. Le uniche fonti di leggerezza possibili sono le realtà ricercate, ma microbi artificiali legano in una rete virtuale l’intero genere umano, disperso in decine di pianeti e satelliti. Richard, un ex ricercatore ormai bicentenario, entra in contatto con un’organizzazione di studiosi che tengono in vita le cellule di un suo vecchio docente di robotica, il professor Linez, morto poco tempo dopo aver fatto alcune importanti scoperte riguardanti la coscienza umana. Nel susseguirsi delle pagine tutto ha una propria definizione, ma lo scorrere del tempo sfuma, scolora, scolora la Storia, all’infinito e il suo modo per trovarne il senso è creare un futuro che punti i propri riflettori verso il passato e ripercorrere tutte le strade a ritroso. Il romanzo prende spunto dal racconto La foto di una stazione, con cui nel 2016 l’autore ha partecipato al Concorso Letterario “Fogli di Viaggio – sulle orme di Tiziano Terzani” ottenendo il secondo premio.
Il prologo
CAPITOLO PRIMO
Una stazione
Allontanandomi non provavo alcun dispiacere. La musica ovattata tra gli edifici e il vento, tra me e quello che rimaneva indietro. Un po’ di gioventù sventagliava ancora le sue imprudenze tra le mie tempie imbiancate e i ricordi. Quanto bastava, ero sicuro di averla lì. Quella sicurezza che arriva dal sapere che, soprattutto sei fatto di quello: forza e voglia ne avevo, all’occorrenza. Anche il tempo riguadagnava tempo dentro di me, passo dopo passo. Avevo tutto, tranne lei. Ma poi pensavo “Al diavolo, ho tutto!”, dovevo solo indossare la mia maschera e andarmene velocemente e l’andarsene, spesso è un treno.
La stazione mi attendeva nell’aria essiccata da quel vento arido che ad ogni inspirazione mi piantava spilli in gola, lì trovai riparo. La sala d’aspetto era d’epoca, ma nulla di che: biglietteria, posti per sedersi, una bacheca e gli orari. Ricordo quando anni prima sostituirono le vecchie panche di legno, con quelle attuali di metallo. All’epoca le dipinsero di verde scuro, ma il colore durò poco. La miscela della vernice di pessima qualità difettava nel fissativo: decine di viaggiatori restarono appiccicati e macchiati. In paese rimase viva per anni la memoria della protesta che attuarono: alcuni di loro pensarono bene di imbrattare i muri con qualsiasi agente macchiante avessero a portata di mano. Nei giorni successivi il ferro fu riportato a vista con degli acidi, i numeri vennero puliti alla meglio, solo l’odore di escremento durò molto tempo dopo quei fatti…
L’autore de “Hogmanay – L’alba degli dèi”
Luca Lume, classe 1973. Vive tra Genova ed Arquata Scrivia. Dopo svariati impieghi, soprattutto in ambito metalmeccanico e un periodo vissuto in Spagna , da una decina di anni si occupa di corsi professionali e supporto tecnico in una grande azienda giapponese. Scrive da sempre, soprattutto racconti brevi di vario genere, divide il tempo libero con altre passioni: lettura, bicicletta, musica, ama anche suonare la chitarra. Poi film, viaggi, informatica e altre, meno costanti nel tempo. Nel dicembre del 2022 viene pubblicato il suo primo romanzo: Sfumando sul nome di una donna. Nel 2023 pubblica una rivisitazione di un romanzo breve giovanile “Il fantasma dei 27”.