Considerazioni personali
Un giallo molto coinvolgente sino alle ultime pagine. Una storia ben strutturata e con un doppio io narrante che riesce subito a far entrare il lettore nelle vicende del libro. Sicuramente un romanzo scorrevole e, se si cerca una storia diversa rispetto a quella della serie di Rocco Schiavone, questo libro è perfetto per l’occasione!
Frasi che mi sono piaciute di “Tutti i particolari in cronaca”
“Si è sempre responsabili di quello che non si è saputo evitare.”
La trama
La corsa all’alba, la colazione al bar, poi nove ore di lavoro all’archivio del tribunale, una cena piena di silenzi e la luce spenta alle dieci: Carlo Cappai è l’incarnazione della metodicità, della solitudine. Dell’ordinarietà. Nessuno sospetta che ai suoi occhi quel labirinto di scatole, schede e cartelle non sia affatto carta morta. Tutto il contrario: quei faldoni parlano, a volte gridano la loro verità inascoltata, la loro richiesta di giustizia. Sono i casi in cui, infatti, il tribunale ha fallito, e i colpevoli sono stati assolti “per non aver commesso il fatto” – in realtà per i soliti, meschini imbrogli di potere. Cappai, semplicemente, porta la giustizia dove la Legge non è riuscita ad arrivare – sempre nell’attesa, ormai da quarant’anni, di punire una colpa che gli ha segnato la vita. Walter Andretti è invece un giornalista precipitato dallo Sport, dove si trovava benissimo, alla Cronaca, dove si trova malissimo. Quando il capo gli scarica addosso la copertura di due recenti omicidi, Andretti, suo malgrado, indaga e dopo iniziali goffaggini e passi falsi comincia a intuire che in quelle morti c’è qualcosa di strano. Un legame. Forse la stessa mano…
Il prologo di “Tutti i particolari in cronaca”
Tornava a casa tenendo due sacchetti del fruttivendolo nella destra, nella sinistra una banana che mangiava a gran morsi, aveva calcolato di finirla prima di raggiungere il cestino dei rifiuti avvitato al divieto di sosta, proprio davanti al portone. Gettò la buccia e fece centro. Salì i gradini di marmo e fu accolta dalla penombra dell’androne: “E’ arrivato questo per lei.” le disse Amerigo, il portiere, consegnandole una busta marrone che conteneva un plico voluminoso. “Chi lo manda?” chiese rigirando il pacco. Lesse il nome del mittente, ma non l’indirizzo: Walter Andretti. Non lo conosceva. “Grazie, Amerigo” disse, e andò a prendere l’ascensore.
Abitava al terzo piano, ottanta metri quadrati insieme al marito, tutti e due ordinati e precisi. La casa era pulita come un monastero scintoista. Odiavano i ninnoli, i soprammobili, tutto ciò che non serve ed è solo ricettacolo di polvere. Poggiò la busta sul tavolo e mise in ordine frutta e verdura. Non aveva fame, avrebbe mangiato un’altra banana, poi alle 17 sarebbe andata a lezione. Accese la televisione. Trovò un documentario sui narvali. Lo seguì per dieci minuti poi, come se dal plico fuoriuscisse un suono continuo e ipnotico, si sentì in obbligo di alzarsi, portarselo al divano e aprirlo. Un centinaio di fogli. Nessun titolo, neanche una data. Si tolse le scarpe, allungò le gambe sul divano e cominciò a leggere.
Erano le dieci e un quarto di una giornata di fine ottobre.
Per la precisione, era giovedì 25 ottobre 2018.
L’autore di “Tutti i particolari in cronaca”
Antonio Manzini, scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato Sangue marcio (Fazi, 2005), La giostra dei criceti (Einaudi, 2007, riedito da Sellerio nel 2017), Gli ultimi giorni di quiete (Sellerio, 2020) e La mala erba (Sellerio, 2022). Nel 2013 pubblica con Sellerio Pista nera, il primo romanzo della lunga serie dedicata a Rocco Schiavone che si compone, con l’ultimo episodio Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America? (Sellerio, 2023), di dodici titoli. Con Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (Sellerio, 2016) ha vinto il premi Chiara il premio della Satira di Forte dei Marmi.
