Considerazioni personali su “Oro puro” di Fabio Genovesi
“Oro puro” di Fabio Genovesi è un libro che ci riporta indietro nella storia, durante le esplorazioni delle Americhe da parte di Cristoforo Colombo. Viene raccontata in particolare la storia toccante di un bambino, Nuno, che con tante avversità riesce a superare gli ostacoli che gli si mettono di fronte. Un libro a mio parere ben raccontato e con una scrittura fluente e coinvolgente!
Le frasi che mi sono piaciute
“Mi diceva sempre che nella vita la maggior parte delle cose che fai le devi fare per forza. Ma se cerchi di farle bene magari la vita ti piace di più.”
“Forse la vita è questo, una corsa senza respiro, sperando di arrivare un giorno dove siamo partiti.”
Trama di “Oro Puro” di Fabio Genovesi
Palos, Spagna, agosto 1492. Nuno ha sedici anni ed è un granchio. O almeno questo è il soprannome che gli ha dato sua madre, morta pochi mesi prima, di cui Nuno conserva un ricordo che è dolore e luce insieme. Pur vivendo sul mare, Nuno non ha mai desiderato solcarlo, e preferisce guardarlo restando aggrappato alla terra, proprio come fanno i granchi. Finché, per una serie di circostanze tanto sfortunate quanto casuali, deve imbarcarsi su una nave di cui ignora la destinazione. Si tratta della Santa Maria, a bordo della quale Cristoforo Colombo scoprirà per caso e per sbaglio il Nuovo Mondo. Mentre Nuno si renderà conto, lui che di navigazione non sa nulla, di condividere lo smarrimento coi suoi compagni molto più esperti: tutti spaventati da quell’impresa folle e mai tentata prima. Avendo imparato dalla madre a leggere e scrivere, Nuno diventa lo scrivano di Colombo, e trascorrendo ore ad ascoltarlo sente crescere l’entusiasmo per i grandi sogni di questo imprevedibile esploratore visionario.
Nuno e il Nuovo Mondo
Attraverso lo sguardo di Nuno, percorriamo il viaggio più importante della storia dell’umanità: i giorni infiniti prima di avvistare terra, fino alla scoperta di un mondo nuovo, una nuova umanità, una nuova e diversa possibilità di intendere la vita.
In questo Paradiso Terrestre, Nuno imparerà quanta ferocia, quanta avidità possa motivare le scelte degli uomini, ma anche la forza irresistibile dell’amore, che lo travolgerà fino a sconvolgere i suoi giorni e le sue notti.
In questo romanzo, Fabio Genovesi non solo ci racconta la navigazione di Colombo come mai è stato fatto prima, ma ci cala dentro una grande avventura umana, esistenziale e sentimentale, che si snoda attraverso imprese, amori, crudeltà spaventose e improvvise tenerezze, svelandoci come dietro la scoperta occidentale delle Americhe si nascondano violenze, soprusi e malintesi, ma soprattutto l’insopprimibile, eterno istinto degli uomini a prendere, consumare e distruggere tutto, persino se stessi.
Il prologo di “Oro Puro” di Fabio Genovesi
Mi chiamo Nuno, e oggi ho tanti anni ma una volta molti meno.
Ero un ragazzino con un nome strano, ma non era un problema perché gli altri ragazzi mi chiamavano solo Figlio di Puttana. Però si sbagliavano, la puttana era mia zia Blanca, la mamma ha smesso quando sono nato io.
Perché è un lavoro che funziona meglio di notte, e lei la notte preferiva passarla con me. Poi al mattino scendeva nella piazza del porto, a scrivere le lettere per i marinai.
Un tempo loro due vivevano a Siviglia, al Compás, che è famoso in tutto il mondo, un piccolo paese a sé tra le mura della città. Più basso del resto, infatti quando piove diventa una palude, l’acqua ci arriva e non se ne va più. Proprio come gli uomini. Quelli del posto ci corrono ogni volta che possono. I viaggiatori è la prima cosa che visitano in città, per una notte che dura un attimo e non la scorderai mai. Ma vivere così tutte le notti doveva essere troppo, con un bimbo in arrivo, allora la mamma e la zia hanno salutato Siviglia e sono tornate a casa, un posto piccolo dove c’erano il mare e la loro famiglia.
L’autore
Fabio Genovesi è nato e vive a Forte dei Marmi. Dopo l’esordio con due libri ormai di culto, Forte dei Marmi e Versilia Rock City, ha conosciuto un successo via via crescente con i romanzi Esche vive, Chi manda le onde (premio Strega Giovani), Il mare dove non si tocca, Cadrò sognando di volare e Il calamaro gigante. È la voce “culturale” delle telecronache Rai al Giro d’Italia, collabora con il “Corriere della Sera” e il suo settimanale “la Lettura”.