Considerazioni personali de “Nel cerchio del male”
“Nel cerchio del male” è un thriller caratterizzato da una trama e una scrittura classica di James Patterson. Trama fluida e con tanti colpi di scena che fanno rimanere incollato il lettore fino alla fine del libro. Un finale che, a mio parere, mio fa rimanere perplesso il lettore. È una lettura veloce ma coinvolgente e che consiglio!
La trama
E’ un freddo pomeriggio e nevica quando il detective Alex Cross e il collega John Sampson varcano la soglia di un carcere di massima sicurezza della Virginia. Sulla sedia elettrica c’è Mikey Edgerton, un assassino che strangola le vittime con delle cravatte di alta moda. L’uomo rivendica con disperazione la propria innocenza, ma il verdetto è inesorabile, ed è con la vita che salderà il suo debito con la giustizia. Uno dei casi più complicati di Cross sembra essere così concluso, ma poco dopo i due investigatori vengono chiamati sulla scena di un crimine che rimette tutto in discussione: sulla poltrona di un appartamento a Washington è accasciato il cadavere di una donna. Strangolata. Con lo stesso tipo di cravatta usata dal killer che hanno visto morire con i loro occhi.
Ma un particolare si impone all’attenzione di Cross: sul grembo della donna c’è un foglietto con un inquietante messaggio proprio per lui, firmato semplicemente con una M.
Il dubbio che sia stata condannata la persona sbagliata cresce, mentre la famiglia del giustiziato si scaglia ferocemente contro Cross.
Nel frattempo non accenna a spezzarsi la catena di omicidi, tutti contrassegnati da dettagli che evocano vecchi casi ormai archiviati. Dettagli dolorosamente familiari, che chiariscono soltanto una cosa: M, chiunque sia, ha in mente di colpire Alex Cross puntando a ciò che ha di più caro…
Prologo de “Nel cerchio del male”
Era un orribile pomeriggio di metà marzo, nevicava leggermente e faceva freddo. Io e John Sampson partimmo di corsa verso l’ingresso principale di Greensville Correctional Center, un carcere di massima sicurezza a pianta esagonale in mezzo alla campagna della Virginia.
Ci infilammo nel gabbiotto del corpo, mostrammo distintivo e documenti e consegnammo l’arma di ordinanza. Il cancello si aprì e varcammo la soglia.
Avendo lavorato come investigatore nella squadra omicidi della Metropolitan Police di Washington e come profiler nell’FBI ero stato in moltissime strutture carcerarie, ma ogni volta il rumore dei cancelli di ferro che si chiudevano alle mie spalle mi faceva venire la pelle d’oca. Ne superammo sette, seguendo il direttore del carcere, Adrian Yates, e alcuni giornalisti arrivati prima di noi.
Una di loro, Juanita Flake, chiese: “E’ vero che ha scelto lui?”
Il direttore del carcere non le rispose.
“Può…”
Yates si voltò di scatto e le lanciò un’occhiataccia. Stava per perdere la pazienza. “Non voglio rilasciare dichiarazioni, signora Flake. Personalmente sono contrario. Ma fa parte del mio lavoro. Se ha qualcosa da ridire, chiami il governatore.”
Yates, che era stato pesantemente criticato dai media, aprì un altro cancello. Ci toccò varcarne altri tre prima di arrivare al piccolo anfiteatro, che aveva una trentina di posti a sedere. Sebbene fossero passati anni dall’ultima volta che li avevo visti, riconobbi la maggior parte dei presenti. Anche loro ci riconobbero. Alcuni si salutarono con un cenno del capo e un sorriso incerto. Cinque persone sedute vicine ci fulminarono con lo sguardo e incominciarono a parlare sottovoce. Erano tre uomini e due donne, i più eleganti di tutta la stanza…
L’autore
James Patterson è uno scrittore statunitense ed è tra gli autori di thriller più venduti al mondo. Dopo avere intrapreso la carriera di pubblicitario si è dedicato alla scrittura a seguito del successo del primo romanzo, The Thomas Berryman Number (1976). Narratore estremamente prolifico, con oltre 200 romanzi, ha venduto oltre 400 milioni di copie in tutto il mondo. Le cifre stilistiche di Patterson sono una scrittura asciutta e fotografica e trame agili ed essenziali.