"L’età fragile" di Donatella Di Pietrantonio - copertina

Considerazioni personali

Con “L’età fragile”, vincitore del Premio Strega 2024, Donatella Di Pietrantonio ci porta in una storia profonda e ricca di avvenimenti ambientata in Abruzzo, durante gli anni della pandemia. Partirei innanzitutto con l’analizzare il titolo, “L’età fragile”, che già ci racconta tanto riguardo il libro, dove ogni personaggio pare abbia una fragilità, indipendentemente dall’età, sia con sé stesso che nei rapporti con gli altri. Lo vediamo principalmente nel rapporto tra Lucia e Amanda. Un rapporto difficile, per vari motivi, tra madre e figlia, fatto di silenzi, piccoli gesti ma in fondo anche d’amore. Oltre al significato e messaggio che l’autrice vuole trasmetterci, la scrittura è colei che dà a questo romanzo un valore aggiuntivo, perché profonda e scorrevole riesce a lasciare un segno nel cuore del lettore!

Frasi che mi sono piaciute de “L’età fragile” di Donatella Di Pietrantonio

“Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta.”

La trama

Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi.
Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove anni prima è successo un fatto terribile.
A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono.
Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite.

Prologo de “L’età fragile” di Donatella Di Pietrantonio

Amanda
I.
Il disordine che trovo al mattino mi ricorda che non sono più sola. Amanda è tornata, mi guardo intorno e inciampo nelle sue trecce: sul bracciolo del divano il piatto con un pane smozzicato, e nel bicchiere un residuo di bevanda. La coperta è ammucchiata in un angolo, accanto al libro rovesciato sempre sulle stesse pagine. 
Negli ultimi tempi il sonno ha perso in leggerezza, non la sento muoversi in casa. Solo a volte quando mi giro su un fianco i suoi passi tardivi vibrano fino al pavimento della mia camera. 
Non so a che ora si sveglierà. Bevo il caffè, metto in tavola i biscotti e l’unica tazza rimasta della sua adolescenza. Dalla finestra il sole ci cade sopra, illumina la mucca con un ciuffo d’erba in bocca. 
Lascio il bricco vuoto sul fornello, un segnale per dire scaldato il latte. Potrà macchiarlo con il caffè rimasto nella moka oppure ignorare tutto. Potrà apprezzare il mio pensiero per lei e scocciarsi di essere trattata come una bambina…

L’autrice

Donatella di Pietrantonio vive a lavora a Penne, in Abruzzo. Con L’Arminuta (Einaudi 2017, tradotto in più di 30 Paesi) ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio Campiello, il Premio Napoli e il Premio Alassio. Per Einaudi ha pubblicato anche Mia madre è un fiume (prima edizione Elliot 2011), con cui ha vinto il Premio Tropea, Bella mia (prima edizione Elliot, 2014), con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati, e Borgo Sud (2020), finalista del Premio Strega 2021. Per la sceneggiatura del film L’Arminuta di Giuseppe Bonito ha vinto il David di Donatello insieme a Monica Zapelli.
BUONA LETTURA DA RUFY!!