Il piccolo principe - copertina

Considerazioni personali su “Il Piccolo Principe”

Un libro che, letto dopo tanti anni, ho apprezzato forse sotto occhi diversi. Ogni capitoletto ha la propria doppia morale, che può essere interpretata dal punto di vista dei bambini e/o degli adulti. Quello che ho apprezzato più di tutto è questo contrasto del modo di pensare, di vedere le cose e di agire di un bambino in confronto a quello di un adulto. Ed è questa la cosa fondamentale che l’autore vorrebbe trasmettere ai lettori piccini o adulti che siano!

Le frasi che mi sono piaciute

“E’ molto più difficile giudicare se stessi che gli altri. Se riesci a giudicarti bene è segno che sei veramente saggio..”
“E gli uomini mancano di immaginazione.”
“…non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.”

Trama de “Il Piccolo Principe”

“Sei anni fa ebbi un incidente col mio aeroplano nel deserto del Sahara. Qualche cosa si era rotta nel motore, e siccome non avevo con me né un meccanico, né dei passeggeri, mi accinsi da solo a cercare di riparare il guasto.
Il piccolo principe narra dell’incontro nel deserto del Sahara tra un aviatore, costretto ad atterrare per un guasto, e un bambino che viene da un asteroide lontano , B-612, e che gli chiede di disegnargli una pecora. Da qui il principe inizia a raccontare all’aviatore del suo viaggio attraverso vari pianeti, durante il quale incontro strani e grandi personaggi che rappresentano la superficialità e la solitudine del mondo adulto. la sua storia culmina sulla Terra con l’incontro con una volpe, che gli insegna il significato gli insegna profondo dell’amicizia e del prendersi cura degli altri, prima che il principe decida di tornare al suo asteroide per prendersi cura della sua rosa.

Il prologo

Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato “Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno. Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale. Eccovi la copia del disegno. 
C’era scritto: “I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. Dopo di che non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede”.
Meditai a lungo sulle avventure della jungla. E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno. Il mio disegno numero uno. Era così:
Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava. Ma mi risposero: “Spaventare? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?” Il mio disegno non era un disegno di un cappello. Era un disegno di un boa che digeriva un elefante. Affinché vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa. Bisogna sempre spiegare le cose, ai grandi…

L’autore de “Il Piccolo Principe”

Antoine de Saint-Exupèry era un pilota, proprio come l’amico del piccolo principe. Viaggiava su piccoli aerei per portare la posta da un punto all’altro del Sud America, e viaggiando pensava molto, e dopo aver pensato scriveva. Quando venne la guerra, diventò pilota di guerra. Qualche mese dopo la pubblicazione del Piccolo Principe, nel luglio del 1994, scomparve in aereo sul Mar Mediterraneo. Ma la favola del ragazzino dai capelli d’oro continua.
Buona lettura da RUFY!!