Oggi Rufy cosa ci racconta?
Giovedì 26 ottobre si è svolta la presentazione del volume “Tommaso De Ocheda – Lettere a familiari e amici (1779-1830)” presso la Biblioteca Civica “Tommaso De Ocheda” di Tortona e durante la serata ho potuto ascoltare relatori molto importanti che hanno contribuito alle ricerche e alla scrittura del libro: Cinzia Rescia, Edoardo Barbieri e Rudj Gorian. Vi lascio le mi impressioni…
Intervento di Cinzia Rescia
“Ci tengo innanzitutto a ringraziare Edoardo Barbieri al quale avevo inviato una e-mail con l’idea di un progetto sulle lettere di Tommaso De Ocheda ed lui mi ha messo in contatto con Rudj Gorian, l’allievo di Ugo Rozzo che per primo ha indagato su Tommaso De Ocheda, lo ha studiato e ha accettato di scrivere il bellissimo saggio che potrete leggere nel volume. Ringrazio anche Pino De Carlini e fausto Miotti, con i quali abbiamo recuperato tanti dati archivistici e abbiamo potuto ricostruire l’albero genealogico della famiglia “De Ocheda”. Infine grazie a Pietro Ruffini che è stato il primo a fare un’accurata revisione delle trascrizioni e a Ezio Barbieri che con me ha rivisto lettera per lettera e trascrizione per trascrizione.
L’idea di scrivere questo volume è nata dalla curiosità di scoprire chi fosse Tommaso De Ocheda e iniziando a fare delle ricerche un giorno casualmente ho trovato le sue lettere: decisi che poteva essere interessante trascriverle, visto che Tommaso non solo era nato a Tortona il 18 Dicembre 1757, ma era stato un famoso e apprezzatissimo bibliotecario ad Amsterdam e a Londra, presso due figure piuttosto importanti: Pietro Crevenna e Lord Spencer.
Il fascicoletto di lettere personali intitolato “Lettere di Tommaso De Ocheda” si è rivelato già ad una prima lettura materiale importante, che avrebbe permesso di approfondire non soltanto la figura di Tommaso ma anche di raccogliere notizie sul contesto storico, sociale e politico di Tortona e forse addirittura europeo. Ho pensato che la trascrizione di queste lettere poteva essere uno strumento di lavoro e di ricerca.”
Intervento di Edoardo Barbieri
“Il settecento è il secolo delle lettere, strumento di comunicazione e trasmissione. Le lettere raccontavano i fatti che accadevano, come circolavano le informazioni, anche sui nuovi libri che uscivano, come condividevano le nuove scoperte… ecco perché dopo questo periodo il mondo delle lettere è diventato un campo di studio vero e proprio.
In particolare, grazie a queste lettere familiari, ma anche a quelle ricevute da Tommaso De Ocheda, abbiamo informazioni e giudizi sui libri antichi, sui libri che stavano uscendo a quei tempi, sui lavori che si stanno svolgendo, sulle riflessioni dell’epoca…
Concludo parlando un po’ del libro, che ritengo sia stato confezionato molto bene: contiene innanzitutto un corpo centrale, dove sono presenti le riproduzioni fotografiche e la trascrizione di questo epistolario familiare, un importante indice dei nomi e infine un saggio fondamentale scritto da Rudj Gorian.”
Intervento di Rudj Gorian
“Ringrazio per l’opportunità che mi è stata offerta e l’ospitalità. Ringrazio soprattutto Cinzia Rescia, perché avendomi contattato mi ha permesso di riprendere in mano una ricerca che si era arenata…
Nel 2003 Ugo Rozzo mi propose di continuare a studiare Tommaso De Ocheda. Sono andato a Torino e a Londra a fare delle ricerche, ma soprattutto ho potuto trascrivere interamente il catalogo manoscritto della sua biblioteca, che ha portato dall’Inghilterra in Italia nel 1818. Nel 2008 un giorno Ugo mi disse che una certa libreria toscana stava mettendo in vendita un epistolario di De Ocheda. Alla fine queste lettere finirono alla Biblioteca Civica di Tortona. Purtroppo l’anno successivo Ugo Rozzo andò in pensione e da lì anche a causa dei pochi finanziamenti il lavoro rimase in sospeso. Finché un giorno mi chiama Cinzia Rescia e mi propone di scrivere una prefazione che è poi diventata un saggio fittissimo, per il quale ho studiato finalmente le lettere di Tommaso De Ocheda. Alla fine credo sia uscito uno studio molto valido, soprattutto perché presenta Tommaso De Ocheda per quello che è stato: un bibliotecario.
De Ocheda, nonostante fosse un uomo che amava stare nell’ombra, diventa un uomo di fiducia, amico dei propri datori di lavoro. Entra in casa Crevenna e diventa uno di famiglia, entra in casa Spencer e succede lo stesso. In quest’ultima casa si occupa dell’educazione della figlia di Spencer ma anche di sua moglie.
Concludo dicendo che bisogna apprezzare iniziative di questo tipo perché non è scontata e sarà sempre meno scontata negli anni a venire… Il mondo iperveloce rende iniziative di questo tipo sempre più difficili, dobbiamo essere contenti che sia stato creato questo volume. Tengo inoltre a suggerire di non cadere nella fretta di pubblicare, i libri si pubblicano quando si ha un prodotto di qualità.”
